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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

Homo Tecnologicus - 1

A cosa serve la tecnologia? La risposta è molto semplice: serve a proteggere, potenziare ed espandere il nostro corpo (nel quale includo anche la mente, poiché essa non è disgiunta dal corpo, in barba a Pitagora, Platone, Cartesio e molti altri pensatori). La tecnologia è parte preponderante della cultura e quindi della nostra natura. L'umanità sorge nel momento in cui nasce l'animale culturale. Dire che l'essere umano è l'animale culturale significa dire che è sociale/politico/artificiale. E questo a sua volta significa che l'umanità ha generato, anzi è essa stessa una sintesi tra natura e cultura, tra naturale e artificiale. Locandine del film Metropolis  (1926) di Fritz Lang (fonte:  http://www.artearti.net/magazine/articolo/metropolis ) Ancora una volta i manicheismi dialettici non hanno ragion d'essere: nell'Uomo non c'è distinzione tra Natura e Cultura. Il mito di Prometeo ce lo insegna (vedi qui ): la capacità, ossia la tecnica di appiccare e cont...

Scienza delle mie brame - terza parte

La chimera dei dati oggettivi. Nel precedente articolo ( Scienza delle mie brame - seconda parte ) ho provato a mettere in evidenza, in modo sintetico, come la scienza sia perfettamente democratica: lo è nei principi epistemologici, nel dibattito e nelle finalità. Le affermazioni di alcuni scienziati (vedi Mario Tozzi) secondo cui la scienza non è democratica sono pertanto imprecise. Altrettanto imprecise (per essere eufemistici) sono le affermazioni secondo cui i dati risultanti da una ricerca scientifica siano l'unica cosa che conta nel produrre autentica conoscenza . Tale errore (che invece rappresenta la vera caduta arrogante e pseudo-autoritaria di certo pensiero pseudo-scientifico) si sostanzia in tre punti fondamentali: I dati (così come i fatti) non sono mai autoevidenti, ma hanno sempre bisogno di interpretazione; I dati non raccontano mai verità assolute, in quanto non è assoluta la loro oggettività e in quanto la loro risultanza dipende sempre dalle specifiche modalità ...

Scienza delle mie brame - seconda parte

Nella prima parte del post intitolato Scienza delle mie brame ho concluso dicendo che il mondo contemporaneo ha bisogno di una maggiore cultura scientifica. Una crescente alfabetizzazione al linguaggio e al pensiero scientifici è auspicabile per diverse ragioni. Una di queste ha di certo a che fare con il potenziamento delle capacità cognitive, intellettive e della consapevolezza. Una maggiore padronanza del pensiero scientifico consente di leggere la realtà con occhi più attenti e sensibili , consente di percepire i fenomeni in modo più chiaro e sfaccettato, insomma consente una interpretazione del mondo e di noi stessi più articolata e raffinata, più ricca e complessa, in grado di cogliere i nessi e le sfumature. Ma proprio per favorire quanto auspicato  bisogna fare chiarezza su come funziona la scienza e bisogna stare attenti ad eventuali distorsioni e sopravvalutazioni, nonché a fare i conti con gli interessi dei potentati economici e politici intorno ai progressi tecnologici ...

Scienza delle mie brame - prima parte

Frankenstein , il celeberrimo romanzo   di Mary Shelley, ci rimanda un'idea dello scienziato quanto meno inqu ietante. Dal libro, infatti, emerge una visione della scienza che ha avuto notevole successo e che è diventata una vera e propria rappresentazione sociale, fonte di ispirazione per romanzieri e successivamente per cineasti e autori televisivi. L'idea di base che scaturisce dall'opera della scrittrice britannica sarebbe questa: lo scienziato vuole conoscere i segreti della Natura per manipolarla a proprio piacimento, quasi come se volesse sostituirsi a Dio; in particolare, lo scienziato vorrebbe sconfiggere la morte e la sofferenza. Il problema della percezione dello scienziato, che possiamo associare alla suddetta visione, è dunque legato al timore che esso si faccia concupire dal delirio di onnipotenza. Questa concezione, come accennavo più sopra, grazie alla letteratura e al cinema, ha fatto breccia nell'immaginario collettivo; è diventata un cliché e un model...